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Gianni Colombo

Il mercato dell’arte: Gianni Colombo

‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena
‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena

 

MILANO, Italia – Nato a Milano l’1 gennaio 1937, Gianni Colombo appartiene ad una famiglia di imprenditori milanesi. Ha due fratelli di cui uno, Cesare, diviene un importante designer degli anni 60 con lo pseudonimo di Joe Colombo.

Inizia a creare arte nel 1955 e nella seconda metà degli anni 50 frequenta l’Accademia di Brera. Esordisce sperimentando materiali e linguaggi diversi: dalla ceramica alla grafica, dalla fotografia al cinema. Nel 1959 espone alla prima mostra collettiva della Galleria Azimuth, derivazione della rivista fondata da Manzoni e Castellani.

 

‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena
‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena

 

Nello stesso anno a Milano fonda, insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele De Vecchi (e nell’anno successivo aderisce anche Grazia Varisco), il Gruppo T, dove T sta per tempo, perché le loro opere sono accomunate dall’introduzione di una quarta dimensione: la variabile temporale. È il momento dell’affermazione dell’arte cinetica e programmata, in cui l’opera è in continuo divenire grazie a un automatismo introdotto dall’artista che permette all’opera di modificarsi. Il movimento può, infatti, essere causato o da meccanismi all’interno che mettono in moto il movimento, o dallo spettatore a cui viene richiesto di essere attivo e intervenire sull’opera, o dalla luce e dai suoi riflessi.

Le mostre del gruppo – la prima risale al 1960 e si svolge alla Galleria Pater di Milano – prendono il nome di Miriorama (mille immagini) e vengono numerate progressivamente per sottolineare la continuità. Già nella prima mostra emergono i temi cari a Colombo in tutta la sua produzione, così riassunti dall’Archivio Colombo: “Lo spazio e l’invasione dell’ambiente, il tempo inteso come movimento, divenire, e la provocazione di una reazione fisico-psichica nello spettatore tramite lo stupore.”

 

‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena
‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena

 

Le prime opere cinetiche di Colombo sono le “Superfici in variazione” e i “Rilievi intermutabili”, il cui aspetto formale cambia in seguito all’intervento dello spettatore, e le prime “Strutturazioni pulsanti”, quadri formati da rettangoli di polistirolo che pulsano tramite un’animazione elettromeccanica. Sperimenta anche con il plexiglas e la trasformazione della luce e dei colori nelle “Cromostrutture”.

Dal 1962 inizia le sperimentazioni sulle forme geometriche con la serie delle “Rotoplastik” e delle “Strutturazioni fluide”, pensati come oggetti multipli prodotti con tecniche industriali. Nei primi anni 60 collabora con il fratello e insieme a lui vince la medaglia d’oro per il design alla XIII Triennale di Milano per una lampada disegnata per l’azienda Oluce. Nel 1964 si tiene l’ultima mostra Miriorama, e da allora inizia a concentrarsi sullo spazio ambientale pensato come luogo di sollecitazione per lo spettatore di eventi percettivi, sensoriali e comportamentali. Il primo ambiente praticabile viene realizzato nel 1964 a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, in occasione dell’esposizione “Nouvelle Tendance”.

Negli anni successivi seguono varie mostre internazionali che portano alla consacrazione ufficiale dell’ambiente spaziale in Italia e in Europa: nel 1965 partecipa a Documenta a Kassel, nel 1967 è in mostra a Graz e a Foligno e nell’anno successivo riceve il primo premio alla Biennale di Venezia. Nello stesso anno presenta il primo “Spazio elastico”, un ambiente che palpita e coinvolge lo spettatori con dei tracciati immaginativi e che rappresenta l’ambiente più noto tra quelli realizzati da Colombo.

 

‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena
‘Gianni Colombo: The Body and the Space 1959-1980’, Veduta della mostra presso la galleria Robilant+Voena di Londra, 2 ottobre-20 novembre 2015, Courtesy Robilant+Voena

 

Dal 1970 collabora con l’artista Vincenzo Agnetti e espone allo Studio Marconi di Milano, alla galleria Studio La Città di Verona, alla Triennale di Milano, e all’estero in Austria, Germania, Olanda, ma anche alla Biennale di Sidney.

Negli anni 80 inizia a lavorare a una serie di ambienti intitolati “Architetture cacogoniometriche” che presenta in una personale allo Stedelijk Van Abbe Museum di Eindhoven (1981), alla mostra “Arte italiana 1960-1982” alla Hayward Gallery di Londra (1982) e al PAC di Milano (1984). Nella seconda metà degli anni 80 e nei primi anni 90 lavora ad altri ambienti come le “Catastrofetture”, nelle quali deforma elementi architettonici classici attraverso lo schermo di un computer, lo “Spazio curvo”, costruito con tubi di plastica e motori elettrici, e lo “Spazio diagoniometrico”, realizzato con grandi coni di carta fotografica alti circa tre metri mossi da motori elettrici. Muore il 3 febbraio del 1993.

Negli ultimi anni il suo lavoro è stato riportato sotto i riflettori grazie ad importanti mostre e rivalutato sul mercato dell’arte. Nel 2009 si è svolta una grande retrospettiva al Castello di Rivoli di Torino e alla Haus Konstruktiv di Zurigo. Nel 2013-2014 è stato incluso nella mostra “Zero in South America” in Brasile e nella mostra “ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s–60s” al Guggenheim di New York. Diverse anche le mostre in galleria: nel 2013 da Greene Naftali a New York, e nel 2015 da Monica De Cardenas e A arte Invernizzi a Milano e da Robilant+Voena a Londra. Nello stesso anno è stato presentato ad Art Basel sia a Basilea nella sezione Unlimited che a Miami Beach nella sezione “Survey”. I suoi prezzi sono cresciuti sia in galleria che all’asta: a ottobre da Christie’s a Londra una Strutturazione pulsante del 1959 è stata venduta per 428.000 euro, mentre a novembre da Dorotheum uno “Spazio elastico” del 1975 è passato di mano per 180.000 euro. La stessa opera nel 2008 era stata venduta da Sotheby’s a Milano per 43.450 euro.

 

Sylvia-AnnaBarrilaBoilerplateITALIAN