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Il mercato dell’arte: Turi Simeti

Turi Simeti, 'Dittico, 2015,' 100x240 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Dittico, 2015,’ 100×240 cm. Courtesy Dep Art Gallery

MILANO, Italia – A Nato nel 1929 ad Alcamo in provincia di Trapani, Turi Simeti è uno dei protagonisti dell’arte italiana degli anni 60. Dalla Sicilia si è trasferito a Roma nel 1958 dove si è avvicinato al mondo dell’arte e ha conosciuto Alberto Burri. Ha avviato la sua produzione artistica già nei primi anni 60, inizialmente improntata alla ricerca dell’azzeramento dell’arte e vicina alle esperienze del Gruppo Zero.

In quegli anni, infatti, Simeti usava tre tecniche di collage: una con cartone su tela, una con tela su tela e una con tavola su tela. Ritagliava a mano gli elementi che poi incollava piatti sulla tela, mirando all’annullamento dell’arte. Sin da subito si è affermata quella che è diventata poi la cifra della sua arte: l’uso dell’ovale. “Le opere di questi anni sono le più ricercate, soprattutto da quei collezionisti che considerano questa fase della produzione di Simeti come quella più importante all’interno della sua carriera” spiega il gallerista Antonio Addamiano, fondatore della Dep Art Gallery di Milano, che nel 2013 ha iniziato a collaborare con Simeti e in quell’occasione ha organizzato un’importante mostra con 50 opere degli anni 60. “La maggior parte delle opere di quegli anni sono oggi conservate nei musei, dove sono entrate già negli anni 70-80”.

Turi Simeti, 'Tre ovali bianchi, 1966,' diametro cm 47. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Tre ovali bianchi, 1966,’ diametro cm 47. Courtesy Dep Art Gallery

A partire dal 1966-67, invece, Simeti ha introdotto nelle sue tele l’uso dell’estroflessione, avvicinandosi allo Spazialismo e alla pratica di artisti come Enrico Castellani e Agostino Bonalumi. Da allora questa tecnica è rimasta l’unica utilizzata dall’artista; solo intorno al 1988-89 c’è stata una parentesi in cui l’artista ha usato i tondi invece degli ovali, ma per il resto dal 1970 a oggi ha prodotto solo estroflessioni con ovali più o meno minimalisti, più o meno distribuiti sulla tela, più o meno colorati. Anche in questo ambito della sua produzione, le opere più care sono quelle dei primi anni. Più si va indietro nel tempo, più il prezzo sale.

Turi Simeti, '40 ovali verdi, 1966,' acrilico su tela sagomata, 29x29 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ’40 ovali verdi, 1966,’ acrilico su tela sagomata, 29×29 cm. Courtesy Dep Art Gallery

I colori più richiesti sono il bianco – soprattutto dai collezionisti più minimalisti che apprezzano l’effetto del bianco sulla parete bianca – e il rosso, ma per il bianco spesso si presentano problemi di conservazione e le condizioni non sempre sono buone.

Tra il 2013 e il 2015 il mercato di Turi Simeti ha vissuto un’impennata che ha portato i prezzi a decuplicarsi.

Turi Simeti, 'Un ovale rosso, 2005,' 100x100 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Un ovale rosso, 2005,’ 100×100 cm. Courtesy Dep Art Gallery

“Quando abbiamo iniziato a lavorare con Simeti, il price range delle sue opere andava da 2 mila euro a 20 mila per le opere storiche degli anni 60” dichiara Addamiano. “In due anni il range è arrivato a 20mila-200mila. Ci aspettavamo una crescita del genere in dieci anni, e invece l’abbiamo avuta in due anni, nonostante la crisi economica. Solo Scheggi ha avuto una crescita così veloce, ma la produzione di Scheggi è molto più limitata di quella di Simeti”. Per il futuro del mercato dell’artista, Addamiano si augura, più che un’ulteriore crescita, una stabilizzazione.

Già nei primi sei mesi del 2015 c’è stato un assestamento dei prezzi, dopo che la crescita dei primi anni è stata anche speculativa. Gli unici prezzi che sono ancora saliti sono stati quelli per le opere degli anni 60, estremamente rare. A Basilea a giugno 2015, per esempio, un’opera degli anni 60 all’asta da Beurret & Bailly Auktionen, è passata da una stima di 57 mila-77 mila euro ad un prezzo di martello di 144mila euro. È il secondo prezzo più alto pagato per l’artista all’asta dopo il record segnato all’Italian Sale di Sotheby’s a Londra il 17 ottobre 2014, pari a 200.176 euro diritti esclusi.

Turi Simeti, 'Sei ovali bianchi, 2006,' 100x120 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Sei ovali bianchi, 2006,’ 100×120 cm. Courtesy Dep Art Gallery

Ma a che cosa si deve questa crescita del mercato? Oltre al grande successo che l’arte italiana degli anni 60 da alcuni anni riscuote sul mercato, ha contribuito l’inizio della collaborazione con la Dep Art Gallery, che ha anche preso in mano l’archivio dell’artista per sistemarlo e per dare vita ad un catalogo ragionato a cura di Antonio Addamiano e Federico Sardella, in pubblicazione nell’estate 2016.

“Prima l’archivio dell’artista era affidato ad una società svizzera, ARTantide, che non lo gestiva bene” spiega Addamiano. “Questa cattiva gestione andava a penalizzare soprattutto le opere più recenti, visto che quelle anteriori sono già musealizzate”. Secondo il gallerista, in dieci anni la società svizzera aveva archiviato solo 500 opere e inoltre richiedeva un pagamento per la registrazione delle opere, per cui le case d’asta, i galleristi e i collezionisti non collaboravano. Dal 2013 a oggi, invece, Antonio Addamiano ha archiviato 1.200 opere delle circa 4 mila che, secondo una stima, dovrebbero costituire la produzione complessiva. “Abbiamo istituito un archivio pubblico per cui lavoriamo a titolo gratuito. Gratis è anche la registrazione delle opere, poiché volevamo dare un segnale di serietà e ottimismo al mercato. Da allora, infatti, abbiamo avuto un’esplosione di interesse da parte delle gallerie straniere che ora vogliono lavorare con Simeti: sono

Turi Simeti, 'Tre tondi bianchi, 1988,' 90x100 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Tre tondi bianchi, 1988,’ 90×100 cm. Courtesy Dep Art Gallery

Almine Rech a Bruxelles e Parigi, Tornabuoni Art a Parigi e Volker Diehl a Berlino”. In passato Simeti ha lavorato anche con la galleria De Buck a New York e per il futuro sono previste collaborazioni con il mercato cinese.

Turi Simeti, 'Tre ovali blu, 1991,' 70x70 cm. Courtesy Dep Art Gallery
Turi Simeti, ‘Tre ovali blu, 1991,’ 70×70 cm. Courtesy Dep Art Gallery

Tra le mostre importanti in calendario ci sono una personale nella nuova sede della Dep Art Gallery a Milano, che si trasferisce in Via Comelico 40 mentre la vecchia sede in Via Giurati 9 diventa la sede dell’archivio Simeti (dal 30 settembre 2015) e una mostra a Berlino presso la galleria Volker Diehl (dal 18 settembre). Inoltre è prevista a dicembre una mostra in Giappone presso il museo privato Anzai Collection Space e a gennaio la presentazione di una mostra personale ad Arte Fiera a Bologna allo stand di Dep Art Gallery.
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By SILVIA ANNA BARRILÀ

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