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Alberto Giacometti

Il mercato dell’arte: Alberto Giacometti

Alberto Giacometti, 'Place,' 1948-1949, bronzo, 21 × 63.5 × 44 cm, Emanuel Hoffmann-Stiftung, Depositum in der Öffentlichen Kunstsammlung Basel, © Succession Alberto Giacometti / 2015, ProLitteris, Zurich, Foto: Martin P. Bühler, Öffentliche Kunstsammlung Basel. In mostra in 'Future Present,' dal 13 giugno 2015 al 31 gennaio 2016
Alberto Giacometti, ‘Place,’ 1948-1949, bronzo, 21 × 63.5 × 44 cm, Emanuel Hoffmann-Stiftung, Depositum in der Öffentlichen Kunstsammlung Basel, © Succession Alberto Giacometti / 2015, ProLitteris, Zurich, Foto: Martin P. Bühler, Öffentliche Kunstsammlung Basel. In mostra in ‘Future Present,’ dal 13 giugno 2015 al 31 gennaio 2016

 

MILANO, Italia – Nato a Borgonovo di Stampa in Svizzera nel 1901, Alberto Giacometti è stato uno dei più importanti scultori del Novecento. Figlio del pittore post-impressionista Giovanni Giacometti, Alberto Giacometti dimostra presto il suo interesse e il talento per l’arte. Il padre e l’artista svizzero Cuno Amiet rappresentano due figure influenti per la sua prima formazione.

Studia pittura alla Scuola di Belle Arti e scultura e disegno alla Scuola di Arti e Mestieri di Ginevra dal 1919 al 1920. Nel 1920-21 si reca in Italia, dove si entusiasma per Giotto e Tintoretto. Nel 1922 si stabilisce a Parigi, dove si interessa per il Cubismo e il Primitivismo. A metà degli anni 20 apre uno studio con il fratello Diego, che lavora come suo assistente. In questi anni sperimenta in moltissime direzioni.

Alla fine degli anni 20 si avvicina ai Surrealisti, del cui gruppo entra a far parte nel 1931, ma viene espulso nel 1935. Tuttavia nel suo lavoro continuano a ricorrere temi visionari, oggetti metaforici e assemblaggi. Le sue sculture richiamano dei giochi e dei modelli architettonici. In quegli anni fa ricorso al motivo della gabbia, che gli permette di delimitare lo spazio della rappresentazione.

Nei primi anni 30 realizza anche oggetti funzionali, come lampade e vasi, venduti dall’arredatore d’avanguardia Jean-Michel Frank. Nel 1939 una coppia argentina gli commissiona tavoli, camini e candelabri, esposti a Parigi prima di partire per Buenos Aires.

 

Alberto Giacometti, ‘Standing Woman,’ 1948 (realizzato nel 1949), bronzo dipinto, 166 x 16.5 x 34.2 cm, The Museum of Modern Art, New York, James Thrall Soby Bequest © 2015 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris. In mostra in ‘Soldier, Spectre, Shaman: The Figure and the Second World War’ al MOMA New York dal 24 ottobre 2015 al 20 marzo 2016
Alberto Giacometti, ‘Standing Woman,’ 1948 (realizzato nel 1949), bronzo dipinto, 166 x 16.5 x 34.2 cm, The Museum of Modern Art, New York, James Thrall Soby Bequest © 2015 Artists Rights Society (ARS), New York / ADAGP, Paris. In mostra in ‘Soldier, Spectre, Shaman: The Figure and the Second World War’ al MOMA New York dal 24 ottobre 2015 al 20 marzo 2016

 

Alla fine degli anni 30, Giacometti abbandona il Surrealismo e l’astrazione per tornare alla figura umana e alla sua rappresentazione nello spazio. Un tema che rimane centrale per tutta la vita di Giacometti è la rappresentazione della testa e, in particolare, degli occhi. Nel corso degli anni 30 sperimenta in varie direzioni, usando come modello suo fratello Diego, l’amica e musa Isabel Rawsthorne, la modella Rita Gueyfier e altri.

Durante la seconda guerra mondiale, Giacometti si trova in Svizzera, dove concepisce l’idea delle figure esili che rappresentano le sue note sculture del dopoguerra. Queste opere riflettono, rispetto alla visionarietà e alla giocosità del Surrealismo, la condizione di ansia e alienazione del dopoguerra, la sofferenza e il trauma della guerra.

Partendo dall’intenzione di rappresentare l’illusione dello spazio e la distanza con il soggetto rappresentato, Giacometti trova la soluzione nelle proporzioni allungate delle figure. Le sue sculture diventano un punto di riferimento artistico per le correnti filosofiche dell’esistenzialismo e della fenomenologia, e per la rappresentazione dell’uomo solo nell’universo e dell’impossibilità di comunicare.

L’importanza di Giacometti nella storia dell’arte si riflette sul mercato dell’arte. La sua scultura “L’Homme qui marche I”, del 1961, è stata venduta all’asta da Sotheby’s a Londra nel febbraio 2010 per 103,7 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte più cara mai venduta all’asta (record superato nel maggio dello stesso anno da “Nu au Plateau de Sculpteur”, dipinto di Picasso venduto per 106 milioni di $). È stata anche la scultura più cara mai venduta all’asta fino al maggio 2015, quando un’altra delle sue sculture, “L’Homme au doigt”, del 1947, è passata di mano per 141,3 milioni di dollari da Christie’s a New York. Si tratta di un’edizione di sei esemplari, di cui gli altri si trovano al MoMA di New York, alla Tate di Londra e in altre collezioni private. L’opera era rimasta nella stessa collezione per 45 anni.

Le opere di Giacometti si trovano nelle maggiori collezioni museali e private al mondo, tra cui quella del MoMA (dov’è attualmente esposta l’opera “Standing Woman”, del 1948, all’interno della mostra “Soldier, Spectre, Shaman: The Figure and the Second World War”, dal 24 ottobre 2015 al 20 marzo 2016), del Pompidou, della Tate, della Kunsthaus Zürich, della Fondation Beyeler e dello Schaulager (dov’è attualmente esposta l’opera “Place”, del 1948-49, all’interno della mostra “Future Present”, dal 13 giugno 2015 al 31 gennaio 2016). Più di 5.000 opere di Giacometti sono conservate nella Fondation Alberto et Annette Giacometti a Parigi.

Nel 2016 si celebrano i 115 anni dalla sua nascita e i 50 anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1961

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Di SILVIA ANNA BARRILÀ
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